Jacopo Alessandro Calvi | Studio per un fanciullo nudo

Jacopo Alessandro Calvi (Bologna, 1740 – 1815)
Studio per un fanciullo nudo
Disegno, cm. 32 x 22.

Jacopo Alessandro Calvi (Bologna, 1740 – 1815) | Studio per un fanciullo nudo | Disegno, cm. 32 x 22.

Allievo di Giuseppe Varotti frequentò presto l’Accademia Clementina paternamente protetto da Giampietro Zanotti. Autore di pale d’altare e di quadri da stanza si affermò con la tela “San Francesco di Sales e il maresciallo Lesdiguieres” della Casa del Clero, ove si notano riflessi della maniera di Ercole Graziani. Di qui comincia una lunga serie di affermazioni: è dell’anno successivo la pala della sagrestia di S. Maria della Vita e a seguire la pala della certosa di Maggiano (Siena) e quella di Cingoli (1771). Inoltre significative tele d’altare si trovano in S. Maria delle Muratelle (1783) e in S. Petronio (1795). Altre sue opere chiesastiche sono ad Ascoli Piceno (1774), a Roccasecca (Frosinone, 1784), a Forlì (1796) e a Spoleto. Tali indicazioni sono solo un rendiconto sommario dell’intensa attività del Calvi e del suo successo, persino all’estero. Le fonti segnalano infatti sue opere a Cracovia, a Wesel in Renania e in Spagna. Ad evidenza la sua formula di una pittura di impostazione moderata e classicista trovava all’epoca fortuna, in antitesi al dilagare del gusto tardobarocco e gandolfiano, con il gradimento degli ambienti ecclesiastici. Intanto la sua attività letteraria si rivolgeva tra l’altro a tracciare biografie su Francesco Francia, il Guercino e Mauro Tesi.

Questo foglio è significativo esempio del rilancio di valori neoraffaelleschi e neocorreggeschi operato dal Calvi nel contesto bolognese in buona parte dominato dal venetismo dei Gandolfi. Non se ne conosce la destinazione, ma plausibili confronti possono istituirsi con dettagli nella pala di S. Maria Mater Domini di Bergamo (1774-76) e della “Trinità” in S. Maria dei Servi di Bologna (1779).


(C) Catalogo 9 | Giuseppe Varotti e il Settecento bolognese


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