Jacopo Alessandro Calvi (Bologna, 1740 – 1815)
Cristo portacroce
Disegno, cm. 30,5 x 21.

Questo Cristo portacroce è lo studio per la figura centrale dell’ “Andata al Calvario”, una delle stazioni della via Crucis per la chiesa arcipretale di Bazzano.
Il Calvi ne fu impegnato con due opere mentre il poco più anziano Gaetano Gandolfi eseguì tre stazioni; due ne fecero anche Pietro Fancelli e il modesto Capuri. Il più che sessantenne Calvi vi si esprime al colmo dei suoi mezzi espressivi, portando avanti con coerenza il suo personale intento di depurazione dei dettami barocchi, senza peraltro interamente rinunciarvi, come appunto dimostra anche questo foglio, realizzato con arioso e morbido utilizzo del carboncino.

Jacopo Alessandro Calvi (Bologna, 1740 – 1815)
Studio per un “Martirio di Santo Stefano”
Disegno, cm. 31,5 x 22.

Questo studio per un “Martirio di Santo Stefano” si riferisce sicuramente ad un dipinto devozionale che potremmo tentare di identificare con una delle tre tele del Calvi esistenti a Spoleto, attualmente posta nell’ex convento di S. Nicolò. Si tratta di un’opera resa nota come del pittore avignonese Stefano Parrocel (V. Casale e altri, Ricerche in Umbria, I, Treviso 1976, tav. XL) ma ad evidenza spettante al Calvi. La corrispondenza con il dipinto non è certamente puntuale, ma le due figure di sinistra coincidono abbastanza bene con quelle del quadro, così pure quella a destra, appena accennata con pochi tratti. È questo un foglio che ben esemplifica le notevoli qualità cognitive del Calvi, che a fronte di quanto accade nei dipinti della fase tarda, conserva certezza di segno e di chiaroscuro degne della miglior tradizione classicista, dal Maratta al Batoni. Puntualmente vicino al dipinto di Spoleto è lo studio per la figura di Santo Stefano nelle Collezioni della Fond. Cassa di Risparmio di Bologna (cfr. F. Varignana, I disegni…, 1973, tav. 124), riutilizzato anche per il S. Lorenzo nella pala di S. Petronio del 1795.
(C) Catalogo 9 | Giuseppe Varotti e il Settecento bolognese