Pelagio Palagi (atelier) (Bologna, 1775 – Torino, 1860)
Esercitazione sull’autoritratto di Pelagio Palagi
Olio su tavola nella sua cornice originale, cm. 39 x 26,5.

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Da artista ormai formato, Pelagio Palagi lasciò Bologna per Roma (1806) quando aveva da poco compiuto trent’anni, trasferendosi successivamente a Milano (1815). A partire dal 1832 lo troviamo a Torino ove, grazie ad una fama ormai consolidata, ricevette importanti committenze dalla famiglia reale sabauda.
Sebbene – beffardamente, come ha voluto sottolineare Claudio Poppi – la nota descrittiva alla via che gli è intitolata nella sua città natale lo ricordi come “numismatico e archeologo”, Pelagio Palagi rimane uno dei principali pittori neoclassici italiani. La ragione dell’errore va ricercata nella passione collezionistica che permise all’artista di raccogliere una cospicua quantità di opere di ogni genere successivamente donate alla sua città d’origine. Con una importante eccezione: l’amatissimo autoritratto che Pelagio Palagi volle lasciare alla Galleria degli Uffizi di Firenze. Il dipinto fu sempre con lui e talvolta venne utilizzato per addestrare i suoi allievi migliori nella scuola d’arte privata che gestì durante il periodo milanese.
Del quadro si conoscono una copia fatta eseguire a Bologna prima di ottemperare al volere dell’artista consegnando l’opera agli Uffizi, ed una versione ridotta realizzata dall’allievo Carlo Bellosio (1801-1849). Il nostro dipinto, di esecuzione finissima, oltreché completo della sua cornice originale, risale alla terza decade del secolo e fu sicuramente eseguito – senza peraltro poterne escludere la collaborazione diretta – sotto la supervisione artistica del Maestro.
(C) Catalogo 10 | Ottocento Romantico | paesaggi, volti e figure nella prima metà del XIX secolo