Carlo Lodi | Paesaggio con scena galante, villa e castello sullo sfondo

Carlo Lodi (Bologna, 1701 – 1765)
Paesaggio con scena galante, villa e castello sullo sfondo
Olio su prima tela nella sua cornice originale bolognese del XVIII secolo, cm. 56 x 69,5.

Carlo Lodi (Bologna, 1701 – 1765) | Paesaggio con scena galante, villa e castello sullo sfondo | Olio su prima tela nella sua cornice originale bolognese del XVIII secolo, cm. 56 x 69,5.

Carlo Lodi (Bologna, 1701 – 1765) | Paesaggio con scena galante, villa e castello sullo sfondo | Olio su prima tela nella sua cornice originale bolognese del XVIII secolo, cm. 56 x 69,5.[/caption]

Allievo del napoletano Ferrajoli trapiantato a Bologna è l’esponente forse più valido del paesismo locale settecentesco. Attivo soprattutto nella specialità delle tempere decorative, in gara con il coetaneo Bernardo Minozzi, fu protagonista di un ampio successo, muovendosi tra il “sublime” del seicento classicista e il “pittoresco” dell’olandese Pieter Mulier detto il Tempesta (attivo anche a Modena per il Montecuccoli) e del veneto Marco Ricci, superando i precedenti locali di un Gioacchino Pizzoli e di un Serafino Brizzi. Sino al 1753 collaborò con lui il figurista Antonio Rossi, cui subentrarono Antonio Beccadelli e Nicola Bertuzzi. Tra i cicli di opere più ricchi e prestigiosi sono quello per la villa Boncompagni (poi Pepoli e Barbieri) a San Lazzaro di Savena (con la collaborazione di Vincenzo Martinelli). Le fonti ricordano anche una sua attività destinata alle corti di Russia, Spagna, Sassonia.

La definizione delle parvenze di natura, che si esalta nel folto d’alberi sulla sinistra, parla di un sentimento sereno e meditato che intende riproporre la concezione classica di un ambiente pressoché incontaminato. Qui può forse ricordarsi l’influenza del coetaneo Bernardo Minozzi, reduce da Roma nel 1741 dopo un soggiorno di due anni. Le figure che popolano questa gustosissima Arcadia sono di Antonio Beccadelli come persuade il confronto con quelle presenti nelle cinque tele provenienti dalla Sampiera e recentemente (2004) assegnate dal Lodi al Martinelli da Ombretta Bergomi.


(C) Catalogo 9 | Giuseppe Varotti e il Settecento bolognese